Il coronavirus, il gender e l’omosessualità
Caro Direttore,
vorrei continuare ad esaminare la questione legata al Coronavirus inteso come castigo di Dio, come ho spiegato nei precedenti contributi, non soltanto per i peccati di ciascuno, ma soprattutto per i peccati sociali, che gridano vendetta al cospetto di Dio. Infatti, oltre all’aborto, di cui ho già parlato alcuni giorni fa, in questi ultimi anni si è diffuso dal punto di vista sociale l’ostentazione pubblica e incresciosa del turpe peccato dell’omosessualità, legato quest’ultimo alla problematica del gender, che si sta diffondendo in tutti i Paesi del mondo, in particolare nell’ambito dell’istruzione. Abominevoli sono stati i cosiddetti “Standard per l’educazione sessuale” dell’Oms, che furono pubblicati nel 2010 e che ancora molte persone, mi auguro in buona fede, ma ne dubito, dicono che sono soltanto invenzione di omofobi come il sottoscritto.
Ecco nel dettaglio queste gravissime raccomandazioni che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, devono essere adottate in tutti gli Stati con pratiche schede riassuntive che descrivono ciò su cui i bimbi devono essere informati, ciò che devono imparare a fare e ciò che devono essere aiutati a sviluppare in ciascuna delle fasce di età stabilite dall’Oms, 0-4 anni, 6-9 ann9, 9-12 anni, 12-15 anni, oltre i 15.
Il presupposto è che “bambine e bambini, ragazze e ragazzi sono determinanti per il miglioramento della salute sessuale generale“. Ma “per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità, essi hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di rischio che di arricchimento”. Questo documento vuole essere dunque un “primo passo” in questa direzione e “contribuire a introdurre l’educazione sessuale olistica”, che significa fornire a bambine/i e a ragazze/i “informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità”, evitando di terrorizzarli con i potenziali rischi e favorendo, piuttosto, un sentimento che li porti a vivere la sessualità e le relazioni di coppia “in modo appagante e allo stesso tempo responsabile”.
Un processo che, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA, deve cominciare già in fasce. Tra 0 e 1 anno di età, infatti, inizia la scoperta dei sensi e delle sensazioni. Attraverso i sensi i neonati possono provare una sensazione di piacevolezza. Anche se è tra i 2 e i 3 anni che inizia la curiosità e l’esplorazione del corpo. A questi bambini, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA, “vanno trasmesse informazioni sulla gioia e il piacere nel toccare il proprio corpo”, anche attraverso “la masturbazione infantile precoce”. Bisogna metterli in grado di “esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel ‘gioco del dottore’”. Nella seconda fase, quello tra i 4 e i 6 anni, deve essere – secondo gli esperti – ancor più fortemente caratterizzata anche dall’esplorazione del proprio corpo e di quello altrui nell’ambito del gioco. Diventano frequenti, in questa fase, i “giochi a sfondo sessuale”, anche se a questa età la maggioranza dei bambini inizia a sperimentare pudore rispetto al proprio corpo e inizia a mettere dei confini. Si fanno un’idea ben chiara e definita di “cosa fa un maschio” e di “cosa fa una femmina” (ruoli di genere). Agli educatori e ai genitori il compito di fornire, in questa fase, spiegazioni riguardanti il sesso, la gravidanza, le relazioni con persone dello stesso sesso e l’abuso. E se il terzo momento, quello tra 6 e 9 anni, cioè delle scuole elementari, è caratterizzato da vergogna, imbarazzo e primo amore, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA è proprio in questo momento che i bambini devono essere informati su mestruazioni, eiaculazione, metodi contraccettivi, malattie collegate alla sessualità, violenza sessuale, ma anche sull’influenza positiva della sessualità su salute e benessere. Non solo. “I bambini a questa età – secondo gli esperti – devono imparare il concetto di ‘sesso accettabile’, cioè reciprocamente consensuale, volontario, paritario, adeguato all’età e al contesto, caratterizzato dal rispetto dal sé”. Questo per prepararli, già a partire dai 9 anni, a sapere utilizzare preservativi e contraccettivi correttamente. D’altra parte, i bambini a questa età devono anche conoscere i propri “diritti sessuali” e fare le loro prime esperienze. Ma bisogna fare in modo che siano protette. E assicurarsi che i bambini siano “in grado di rifiutare esperienze sessuali indesiderate”.
A 12 anni gli esperti dell’Oms e del BZgA raccomandano di fornire ai bambini tutte le informazioni possibili sui servizi di contraccezione e su come procurarsi i contraccettivi da soli e nei contesti appropriati. Devono sapere riconoscere i sintomi di una gravidanza, l’impatto della maternità e della paternità sulla vita, devono essere avvisati sui fattori che possono contribuire a rendere inefficace la contraccezione, come gli effetti collaterali o dimenticarsi di assumere gli anticoncezionali. I genitori e gli educatori devono informare i ragazzi sul piacere del sesso e dell’orgasmo, sul “come godere della sessualità nel modo appropriato”, cioè “rispettando i propri tempi”, oltre che il partner. Per l’Oms, a questa età è anche ora di incoraggiare i coming out per svelare la propria omosessualità.
E si arriva così ai 15 anni. Ormai non si parla più di bambini, ma di ragazzi. Che, secondo l’Oms, devono essere “messi in grado di prendere decisioni informate sulla contraccezione e le gravidanze indesiderate”, nonché sul “diritto di abortire”. Oltre che messi in grado di “ricercare una relazione equilibrata” e “diventare un partner supportivo e che si prende cura”, ma anche a gestire emozioni come l’innamoramento, la gelosia, il tradimento e le delusioni. E, perché no, essere aiutati a “sviluppare la consapevolezza dell’importanza di un ruolo positivo del maschio nel corso della gravidanza e del parto”.
Come logica conseguenza di questo Standard degli orrori, si è diffuso in diversi Stati, compreso anche il nostro grazie all’ex Ministro Grillo dei Cinque Stelle con la compiacenza assurda e incomprensibile degli allora ministri leghisti, l’uso di bloccanti ormonali, la famigerata Triptorelina in Italia, autorizzata dall’Aifa, che blocca la pubertà in bambini e bambine dagli 8 ai 12 anni (una considerazione: si trovano soldi per praticare gli aborti o schifezze simili che rovinano per sempre creature innocenti, mentre per mascherine e respiratori ai tempi del Coronavirus non ci sono risorse economiche).
Cosi ha spiegato l’ottimo giornalista Maurice Blondet questo grande orrore, di cui non si parla mai: ”Il farmaco è il “Leupron”, che viene usato come bloccante ormonale per il trattamento post-operatorio del cancro prostatico e per certe endometriosi. E’ tra questi pazienti – malati gravi – che il Food and Drug Administration ha segnalato effetti avversi anche letali. Tra il 2012 e il 30 giugno di quest’anno, la FDA ha documentato oltre 40.764 reazioni avverse subite da pazienti che hanno assunto acetato di leuprolide (lupron), che viene utilizzato come bloccante degli ormoni. Più di 25.500 reazioni registrate dal 2014-2019 sono state considerate “gravi”, tra cui 6.370 morti. L’elenco degli altri effetti collaterali del farmaco: disturbi al seno, neoplasie maligne e disturbi psichiatrici e nervosi. Nonostante i possibili effetti collaterali negativi, ci sono usi approvati per Lupron, ma tende a essere somministrato solo per condizioni gravi: come trattamento del carcinoma prostatico negli uomini e dell’endometriosi nelle donne. Per i bambini, a volte viene usato per trattare la pubertà precoce, una condizione in cui i bambini iniziano la pubertà in età insolitamente precoce, ma solo per un breve periodo.”
Per gli (anziani) operati di cancro alla prostata, dunque, il farmaco può essere “un male necessario”, ammesso (e non concesso) che bloccare il testosterone serva a ritardare la proliferazione del tumore. I danni collaterali certi possono essere fino a un certo punto giustificati. I 6300 morti segnalati dal FDA erano adulti e anziani, cancerosi, defedati. Ma su bambini di 8 anni sanissimi, di cui le mamme ritengono “per il loro bene” di ritardare la pubertà, queste somministrazioni sono crimini. Che possono benissimo portare a migliaia di bambini uccisi dalla “cura”. Il FDA, del resto, non ha approvato l’uso del Lupron per le disforie di genere nei bambini; esso viene usato dunque “off-label”, senza prescrizione, per una “malattia” che nemmeno esiste e è supposta dall’ideologia trans gender. Quanto frequente è questo uso, diciamo improprio o criminale? La stessa Casa che lo produce, la AbbVie, segnala un enorme aumento delle vendite, che negli Stati Uniti, nel 2017, ha raggiunto i 669 milioni di dollari. Vendite che non possono certo essere dovute ad aumenti del trattamento post-operatorio del cancro prostatico.
Michael Laidlaw, endocrinologo con sede in California, ha rivelato che i medici stanno somministrando testosterone a ragazzine “confuse sessualmente” di appena 8 anni: si è chiesto perché un disturbo psicologico come la disforia di genere verrebbe trattato con tali farmaci, invece di “un’adeguata assistenza psicologica“. In California “abbiamo scoperto che nel 2017 hanno abbassato l’età minima per somministrare gli ormoni sessuali da 13 a 8 anni”. Orbene, dice l’endocrinologo: “La disforia di genere NON è un disturbo endocrino, ma è psicologico e, pertanto, dovrebbe essere trattata con adeguata cura psicologica. Ma diventa un’affezione endocrina quando inizi a utilizzare i bloccanti della pubertà e a dare ormoni incrociati ai bambini”. Già: chi è che si oppone all’idea che la transessualità sia un disturbo della sfera psichica, diciamo una malattia mentale? Chi pretende che esso abbia una causa materiale, fisica, negli ormoni? Rispondetevi da soli: io non lo faccio perché il nuovo governo sta per rendere punibile per legge “l’omofobia” e dunque qualunque critica all’ideologia gay.
Laidlaw ha presentato in video i lavori di due dottoresse, Ilana Sherer e Johanna Olson-Kennedy, che trattano bambini presunti “transgender”. Sherer ha spiegato che i bloccanti della pubertà vengono somministrati ai bambini di età compresa tra 8 e 9 anni, quando sono in terza e quarta elementare. Olson-Kennedy sta facendo uno studio di 5 anni, per il quale ha ricevuto una borsa di ricerca del National Institutes of Health da $ 5,7 milioni e, in una delle sue pubblicazioni, mostra che sono state fatte mastectomie su ragazze di appena 13 anni. Nella clip Laidlaw ha dimostrato che Olson-Kennedy è visto su un nastro insistendo che gli adolescenti hanno la capacità di prendere decisioni che cambiano la vita, compreso di avere il seno rimosso. Ragazze adolescenti di 13 anni, ha avvertito Laidlaw, stanno rimuovendo il loro seno attraverso procedure di mastectomia, e i ragazzi di 17 anni stanno sviluppando peni dell’età di sviluppo di un bambino di nove anni o perdendo la sensazione sessuale tutti insieme a causa dei bloccanti ormonali.
Intanto la Regione Toscana, in piena emergenza Coronavirus, è intervenuta nella sanità stanziando 80.000 euro in favore di un consultorio per i trans. Mentre gli ospedali in tutta la Regione si trovano impegnati a contrastare l’emergenza sanitaria in corso, tra mille difficoltà e carenza di materiali, la sinistra al Governo della Toscana non ferma la sua macchina ideologica e dopo aver chiamato “fascioleghisti” coloro che chiedevano misure più restrittive per fronteggiare l’arrivo del virus, oggi distraggono importantissimi fondi che sarebbero potuti andare in aiuto di chi ogni giorno mette a repentaglio la propria salute per aiutare gli altri. Vi è una situazione inaccettabile, i finanziamenti a questa struttura peraltro non nascono oggi: dal 2013 la Regione Toscana a guida Pd supporta economicamente questo consultorio, con erogazioni annue che variano dai 60 agli 80 mila euro. La sanità subisce continui tagli, molti dei quali si stanno rivelando fatali durante questa crisi, ma nonostante questo non si fermano le sovvenzioni a questo centro, attivo, si legge,“nella difesa e tutela delle persone transessuali, in collaborazione con l’Usl Toscana nord-ovest”. I servizi offerti da questo consultorio “transgenere” sono di supporto psicologico, assistenza endocrinologica, psichiatrica e legale, assistenza nell’iter di riassegnazione e al cambio anagrafico. Attività che anche in condizioni normali sarebbe inopportuno mettere in carico al servizio sanitario nazionale, figuriamoci adesso, in un momento in cui sono sono stati sospesi ben più importanti servizi.
Dinanzi a questi fatti di Inaudita gravità, sorge spontanea una domanda: come si fa a non vedere nell’epidemia del Coronavirus un castigo di Dio per questi atti abominevoli, che coinvolgono soprattutto i bambini, con l’intento di ricondurre l’umanità intera, completamente schiava di Satana, del peccato e di ogni tipo di crimine contro Dio e Nostro Signore Gesù Cristo, che è Via, Verità e Vita, l’Unico che può porre il giusto ordine ad una società senza alcun riferimento trascendente, completamente immersa nel caos, senza più alcuna speranza per rialzarsi?
A questo interrogativo bisogna che rispondiamo tutti con onestà e sincerità, a pochi giorni dalla Santa Pasqua, per la prima volta nella storia della Chiesa cattolica vissuta senza la partecipazione del popolo.
Con stima.
Gianluca Martone