Altrabenevento: il caso Villa Margherita dimostra che il pericolo contagio arriva soprattutto dalle strutture sanitarie
“Da diverse settimane ripetiamo che “quando c’è pericolo d’incendio non basta gridare ‘attenzione, chiudetevi dentro casa’: qualcuno deve andare a spegnere le prime fiamme, altrimenti il fuoco arriva dappertutto”.
I cittadini devono sicuramente fare la propria parte per evitare contatti e possibili contagi da coronavirus, ma tutte le autorità responsabili devono concentrare gli sforzi per tenere sotto controllo i focolai che sono, soprattutto, le strutture sanitarie.
Ed invece, molti medici, infermieri, ausiliari e soccorritori in tutta la provincia hanno continuato a lavorare senza strumenti di protezione adeguati; ci sono stati casi di covid 19 trattati in reparti non attrezzati e i sanitari non sono stati messi tempestivamente in quarantena. I tamponi, nonostante le richieste, sono stati fatti solo in presenza di sintomi, ma quando i test sono stati fatti anche ad una parte dei sanitari a rischio, come a Villa Margherita, si verifica che su 40 casi analizzati, 25 sono positivi.
Adesso anche il Prefetto e la Procura della Repubblica, chiamati in causa dal sindaco Mastella quando deve quotidianamente denunciare Altrabenevento o altri per “procurato allarme”, devono velocemente accertare chi ha sbagliato.
Il paziente al quale si attribuisce la responsabilità del contagio, è arrivato a Villa Margherita il 10 marzo ma è stato trasferito all’Ospedale San Pio il 23 marzo, perché aveva chiari sintomi di covid19. Perché è rimasto 13 giorni a Villa Margherita con ammalati gravi, soprattutto anziani, e personale sanitario non attrezzato per trattare casi di questo tipo?
Era già affetto da coronavirus quando è arrivato a Villa Margherita?
E’ vero che una dottoressa di Villa Margherita, tra i casi positivi adesso accertati, aveva febbre e sintomi di contagio già prima del 23 marzo? E’ vero che un alto funzionario della ASL di Benevento era a conoscenza di questa importante notizia?
Adesso si tenta di correre ai ripari, dopo che il contagio si è già allargato. Molti sindaci hanno emesso ordinanze per “vietare il transito e la permanenza sul territorio comunale, se non in regime di quarantena familiare, per i lavoratori che prestano o hanno prestato servizio nei giorni e nelle settimane scorse a Villa Margherita; analogo divieto è imposto per tutti coloro che sono stati ricoverati a Villa Margherita e per i loro familiari”.
Il sindaco Mastella, invece, si limita ad “avvisare i residenti o i domiciliati sul territorio cittadino che per motivo di lavoro, visite mediche, visite agli ammalati, si sono recati presso Villa Margherita di Benevento negli ultimi 20 giorni, sono tenuti a darne comunicazione al proprio medico o al Comune di Benevento” (ma stavolta non ha indicato il suo numero personale).
Poi assicura il sostegno degli psicologi ai cittadini comprensibilmente spaventati ed arrabbiati.
Anche nel caso del focolaio ad Ariano Irpino, molti sindaci del Sannio hanno emesso ordinanze per imporre la quarantena a chi avesse frequentato persone di quel paese ed invece Mastella è rimasto muto.
Adesso, dopo il disastro di Villa Margherita, “avvisa” che solo chi è stato in quella struttura deve comunicarlo, ma non chiede che siano estesi i tamponi anche a tutti i sanitari di quella struttura in servizio dal 10 marzo e non solo nel giorno del contagio.
E’ necessaria la quarantena volontaria di tutti i cittadini che hanno avuto rapporti con i sanitari e i degenti di Villa Margherita. Per questo motivo è necessario, anche per evitare la “caccia all’untore” per sentito dire, che siano resi noti i nomi dei soggetti positivi o che possono potenzialmente contagiare, senza criminalizzazione, per consentire a chiunque li abbia frequentati di scegliere la quarantena volontaria (come ha scelto di fare anche un dirigente del Comune di Benevento). Soprattutto vogliamo sapere i nomi dei funzionari pubblici, a cominciare da quello della ASL, che hanno avuto contatti con i sanitari di Villa Margherita dal 10 marzo e contemporaneamente hanno continuato a lavorare mantenendo rapporti con utenti e colleghi.
Bisogna concentrarsi sui casi che possono estendere il contagio piuttosto che perdere tempo con inutili e propagandistiche trovate come quella del drone a disposizione della Polizia Municipale per “scovare i furbetti”. Ci sono ben altre responsabilità nel settore sanitario che meritano l’attenzione delle forze dell’ordine”.
Per Altrabenevento Sandra Sandrucci