Mastella accusa Salvini di vergognosa irresponsabilità, ma la moglie propone un nuovo piano Marshall
In presenza delle restrizioni imposte dal DPCM “#iorestoacasa” del 10 marzo, che dichiara l’Italia zona protetta, L’ex ministro degli Interni si fa immortalare il 15 marzo mentre passeggia, fianco a fianco, senza mascherine, con la fidanzata attuale in via del Tritone, in una giornata di sole, in barba alle predette restrizioni, così come si comportano i turisti in visita alla città eterna, in tempi tranquilli.
Si tratta di una persona che, da quando è scoppiata l’emergenza coronavisus, ha detto tutto e il contrario di tutto. Ha accusato il governo di aver danneggiato l’economia dopo aver messo in quarantena una diecina di comuni del Lodigiano, ma quando il governo, con l’avanzare del contagio, ha emanato il decreto precedente a quello denominato “#iorestoacasa”, decreto che vietava gli assembramenti, imponeva già la distanza di un metro, tra un cittadino e l’altro, nonché la chiusura entro le 18 di tutti gli esercizi commerciali e artigianali, meno i supermercati, le farmacie, i tabaccai, ed altri ancora, questa persona ha detto al governo “chiudiamo tutto”, qualcosa che hanno potuto attuare solo i cinesi a Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei, dove i cittadini, chiusi in casa, pena anche la fucilazione se qualcuno violava il divieto, venivano approvvigionati di tutto dall’esercito, in quanto nel resto della Cina, cioè dell’altro miliardo e trecento milioni di cittadini, la produzione non si era arrestata.
Quando il 16 marzo è comparsa sui giornali la foto di quella coppia, sono piovute le critiche da parte del Pd, dei 5 Stelle, ma anche di Mastella, relativamente al cattivo esempio dato da Salvini. Il sindaco di Benevento ha calcato la mano nel dire che quello in cui si è reso protagonista Salvini, è un “episodio vergognoso”, aggiungendo: “Noi sindaci a pregare i nostri concittadini (che magari osservano il decreto “iorestoacasa” e non i suoi inviti dopo la sceneggiata delle dimissioni, prima presentate e poi ritirate – ndr) a non uscire di casa, a smazzarci per controllare il più possibile che nessuno giri come se fossimo a pasquetta, e Salvini, disinvoltamente, va a passeggio senza precauzioni. Una autentica vergogna – ripete ancora -. Famiglie che fanno sacrifici a stare in casa. In case assai spesso piccole e con scarsissimi conforti, a vedere questa scena loro e tanti di noi siamo rimasti allibiti”. Certamente, queste famiglie dovranno tenere bene a mente questo stare del sindaco virtualmente al loro fianco, quando andranno a votare. Evidentemente, è stato anche questo un motivo per cui ha ritirato le dimissioni, oltre a quello secondo cui glielo avrebbero chiesto i bambini. Infatti, lo ha dichiarato esplicitamente il 21 febbraio, quando la positività al coronavirus, allora tutt’altro che conclamata, era stata riscontrata sul trentottenne di Codogno, sulla rispettiva moglie e sull’amico con cui lui era stato a cena alcuni giorni prima.
Purtroppo, però, il sindaco, nello smazzarsi, sì è contraddetto in qualche caso, ed ha emanato disposizioni, a volte in contrasto con il decreto “#iorestoacasa”. Altrabenevento lo ha ripreso e lui ha minacciato di querela l’associazione contro il malaffare.
Salvini, dal canto suo, poi, nel rispondere al Pd, su giornali online, e indirettamente anche a Mastella, ha dichiarato: “Sì, confesso, ieri sono andato a fare la spesa sotto casa con la mia fidanzata. Possono andarci solo quelli di sinistra?”. Mastella gli ha replicato: “A fare la spesa può andare uno per volta. E un leader politico, per garantire gli altri, le persone che incontra, quelle con cui entra in contatto, dovrebbe andare a fare la spesa con la mascherina, soprattutto se viene da un’area rossa del Nord e se uno della sua scorta ha avuto problemi virali”.
Ma, a questo punto, diceva il famoso Antonio Lubrano a “Mi manda Rai3”, la domanda nasce spontanea: Se, catapultato dal Nord per guidare la Lega in Campania e non più per invitare il Vesuvio a risvegliarsi (cosa che i napoletani hanno dimenticato), Nicola Molteni avesse dato l’ok alla ricandidatura di Mastella a sindaco, quando è venuto a Benevento per incontrare coloro che rappresentano la Lega nel Sannio, e quando le dimissioni del primo cittadino erano ancora in piedi, probabilmente Mastella avrebbe ignorato la passeggiata di Salvini in via del Tritone.A chi scrive, rispetto alle moltissime volte che, per ragioni politiche o sindacali, si recava a Roma fino ad qualche decennio fa, non è capitato mai di vedere, per quanto gli risulti, in via del Tritone esercizi di generi alimentari e, meno che mai, supermercati. La conferma è stata fornita da Massimo Giannini, il direttore di Radio Capital e editorialista di Repubblica, nel corso della trasmissione di “otto e mezzo” del 16 marzo. Evidentemente, Salvini, pur senza rispettare le regole, ha comprato altrove pane, pasta, latte e formaggi, e non in via del Tritone dove, invece, ha fatto la passeggiata di piacere prima di fare la spesa o dopo averla fatta.
In tale trasmissione, solo un giornalista berlusconiano, annoverabile tra le persone più realiste del re, pur di non condannare il comportamento di Salvini, si è permesso di accostare la passeggiata del leader della Lega alla visita che il Papa ha fatto, a piedi, in quella chiesa del centro di Roma, nei pressi proprio di via del Tritone, ha precisato il giornalista, per chiedere, immerso in preghiera dinanzi ad un crocifisso miracoloso, la fine della epidemia che annienta vite umane in Italia e nel mondo. Ma il Papa non era andato a passeggio, e la sua guardia del corpo manteneva la dovuta distanza da lui.
Non viziato da alcuna ritorsione è stato invece il giudizio di Tiziana Ferrario, rispetto al modo come Salvini abbia ribadito “che è permesso uscire solo per acquistare prodotti di prima necessità”, e che “Salvini è l’unico che se lo fa viene ricoperto da critiche”. E’ “orrendo, davvero orrendo” quello spettacolo, secondo l’ex mezzo busto televisivo, che si è domandato: “Ma quale credibilità può avere un politico che passeggia con la fidanzata in piene misure restrittive?”. Egli “predica bene e razzola male”, “dice di chiudere tutto ma poi lui se ne frega”.
Ma Salvini, specie quando compare sui teleschermi in quel rettangolino verticale per lanciare proclami invettive e contestazioni, dimentica che la Lega è stata al governo con Berlusconi, per molti anni, quando le cose non brillavano in Italia. E lo dimentica anche la leader (scusate l’ampollosità del termine) di Fratelli d’Italia, che di un governo Berlusconi è stata anche ministra della gioventù, quando dice che alla fine della epidemia farà i conti con Conte, rispetto ad una situazione plaudita dalla OMS (“seguite l’Italia”) dal rispettivo direttore generale (“Il Governo Italiano ha adottato misure straordinarie per il contenimento dell’epidemia Covid19 e per mitigare l’impatto sociale ed economico”) e dalla Commissione Europea (Gli sforzi del Governo e del Popolo Italiano stanno contribuendo in modo considerevole a contenere la diffusione del Covid19 nell’Unione europea”).
Alcuni giorni fa, a “Camera con vista”, una trasmissione che La 7 manda in onda nelle ore piccole, ci è capitato di sentire critiche di Salvini rispetto alla scarsità di terapie intensive. Il capo della Lega ha attribuito la responsabilità ai tagli sulla Sanità, effettuati, secondo lui, dai governi di centro sinistra e non anche dai governi di Berlusconi. Va ricordato che la spesa sanitaria, nel precedente decennio, governato da Lega e Berlusconi, non superava gli 80 miliardi. Ora, ha superato di molto i cento miliardi, e non soltanto per adeguare i costi rispetto all’inflazione, come sostengono gli insoddisfatti. Certo, in confronto alla Germania, che tuttavia ha 20 milioni di abitanti in più dell’Italia, i nostri posti di terapia intensiva sono la quinta parte. Ma nessuno prevedeva questa epidemia. Addirittura si è speculato sulla scarsità di mascherine. Ma se non ci fosse stata l’attuale esigenza, per quale motivo i commercianti si sarebbero dovuti dotare di decine di milioni di mascherine?
Molti apparecchi di ventilazione polmonare sono stati acquistati per fronteggiare l’attuale emergenza. Il presidente della Lombardia sta attrezzando, nell’area dell’ex fiera di Milano, su 12.000 metri quadrati, un grande ospedale, capace di contenere 600 posti da destinare alla terapia intensiva. Molti imprenditori, Berlusconi compreso, hanno risposto alla richiesta di fondi lanciata dal Presidente Fontana, un uomo della Lega, che si trova ad affrontare, con molte difficoltà, una emergenza sanitaria in una regione dove la cura della salute è all’avanguardia.
Anche Mastella ha lanciato un appello della stessa natura per realizzare un ospedale da consegnare alle future generazioni. Ha chiesto ai parlamentari, a tutti i consiglieri regionali (evidentemente della Campania, si deve ritenere), a coloro che percepiscono una indennità da carica pubblica, di donare la metà di quanto percepiscono, ma si è rivolto anche alle multinazionali, alle categorie professionali, agli operatori privati, ai cittadini.
Poiché i matrimoni non si fanno con i fichi secchi, è evidente che questa è un’altra trovata di Mastella per dare alla sua persona una nuova esposizione mediatica. Ma la moglie, la senatrice Lonardo, lo sta superando. Per far fronte alla crisi, provocata da coronavirus in Europa, ha proposto un nuovo piano Marshall, con un appello, che campeggia sui giornali berlusconiani del 18 marzo, di grosso spessore politico, a dimostrazione che la senatrice ne ha fatta di strada, in 2 anni, da quando siede a Palazzo Madama.
Eccone degli stralci: “In una Europa unita e interdipendente, pur con le dovute e significative eccezioni, non si può non prendere atto della gravità della situazione che tocca l’Italia e tutto il continente. Quanto all’Italia, dobbiamo andare avanti nella politica del rigore, ma dobbiamo anche garantire chiarezza e speranza a milioni di persone che vivono in una condizione bellica di segregazione. Gli allarmismi, pur giustificati dai fatti, servono solo a gettare benzina sul fuoco. Coloro che non saranno colpiti da virus, lo saranno dalla recessione profonda, che rischia di far pagare alle fasce più deboli della comunità un costo assai salato. Le imprese sono in ginocchio, il lavoro è fermo, la produzione stenta a trovare una via d’uscita. Il mercato finanziario globale, grazie anche alle improvvide esternazioni di qualche burocrate di alto livello (la presidente della BCE – ndr), ha bruciato in poche ore miliardi di ricchezza delle famiglie italiane. Questo perché, accanto ad un piano di emergenza sanitaria, peraltro incompleto, non vi è un piano economico generale, una visione di rilancio, che faccia dell’epidemia non solo un costo ma anche una opportunità”.
Pertanto, secondo lei, premesso che in queste condizioni bisogna ripensare un nuovo modello di sviluppo, “occorre, in tempi rapidi, trovare consenso politico allargato su un nuovo piano Marshall, che coinvolga l’Italia e tutta l’Europa continentale”, poiché “mai come adesso bisogna parlare al cuore della gente, dare loro speranza”.
A suo giudizio, “la politica deve avere il coraggio di guardare in viso milioni di cittadini italiani e dire loro che il sacrificio che stanno sostenendo in questi giorni(…) non è vano”. Se la politica non è capace di dare risposte, “avremo forse vinto contro il virus, ma avremo certamente perso la guerra a difesa della vita e dell’umanità”. Il piano Marshall del secondo dopoguerra lo finanziarono gli americani. Questo chi lo deve finanziare? La senatrice non lo dice.
Giuseppe Di Gioia