Benevento ai tempi del Corona-virus
Agli amministratori di Benevento il Corona-virus fa paura.
Il timore principale è che il contagio possa estendersi ad una parte sempre più larga della cittadinanza.
Un conto è avere un singolo o al più un’associazione di persone che vigilano, chiedendo insistentemente conto di quanto accade in città, un conto è ritrovarsi un’intera comunità contagiata dal morbo della sostenibilità, della trasparenza, della vigilanza attiva.
In effetti, il Corona-virus che fa paura agli amministratori di Benevento non è quello nato recentemente in Cina bensì quello autoctono.
Un virus che anche questa amministrazione ha immediatamente cercato di contenere, già all’indomani del suo insediamento.
Adottando però contromisure solo temporaneamente efficaci – come recentemente sancito da una sentenza del giudice del lavoro di Benevento.
La dottoressa Claudia Chiariotti ha infatti chiarito come il trasferimento del presidente – ormai ex, a causa di una contestazione di due dirigenti nominati da Mastella con atti oggetto di contestazione – di Altrabenevento, il sodalizio per la città sostenibile contro il malaffare, dal Settore Urbanistica – Sportello Unico per l’Edilizia fosse illegittimo.
Motivato con esigenze legate alla “rotazione anticorruzione”, lo spostamento presso l’ufficio della Polizia Municipale – aggravato dal fatto di essere l’unico disposto, assieme ad altri due, sul totale dei 26 originariamente previsti dalla Conferenza dei Dirigenti e di esser stato corredato con l’assegnazione a compiti limitati ed elementari – ha avuto come esito il reintegro del dipendente comunale nel suo ruolo originario.
A tracciare un veloce riassunto delle iniziative della attuale amministrazione per limitare la diffusione del virus o, se si vuole, una sinossi delle contestazioni e dei provvedimenti disciplinari adottati nei confronti del dipendente comunale col pallino della trasparenza e della legalità – è Marcello Amendola, segretario nazionale della Confederazione Unitaria di Base, unica sigla sindacale ad aver espresso solidarietà al lavoratore per la recentissima, ultima contestazione:
«Ne ha ricevuto uno ad agosto 2018 per aver segnalato la pubblicazione di una determina sbagliata sull’appalto del cimitero (fatto vero), un altro per aver espresso solidarietà ai disabili rimasti senza assistenza nell’estate 2018 (fatto vero e ampiamente condiviso).
Un’altra contestazione relativa alla nomina di Fioravante Bosco, sindacalista Uil, come comandante della Polizia Municipale è decaduta per “errori procedurali” ma le considerazioni e le critiche di Corona erano corrette ed argomentate tant’è che il comandante non lo ha querelato per diffamazione.
Bosco, però, ha inviato all’amministrazione altre quattro richieste di provvedimenti disciplinari per Corona, alcune addirittura per comunicati che il dipendente non ha firmato.
Ad esse si aggiunge la contestazione del dirigente del settore personale, Alessandro Verdicchio, per un articolo firmato dal “presidente di Altrabenevento».
In realtà, il palazzo di città non è stato l’unico presidio attivatosi per sterilizzare la possibilità che il morbo della sostenibilità e della trasparenza si allargasse ad una più ampia platea di beneventani.
Anche l’Università – non nella veste dei ricercatori nel campo della virologia bensì nella veste del suo ex direttore amministrativo, Gaetano Telesio – aveva cercato di isolare il problema.
Addirittura chiedendo una condanna dell’attivista ad un anno e due mesi di reclusione, senza nemmeno una possibile sanzione pecuniaria alternativa!
Mal digerito era stato un commento a proposito di una sentenza del TAR che aveva censurato i risultati di un concorso per Alta Professionalità vinto da due candidate grazie a compiti “fedelmente ispirati” alle dispense, appunto, dell’ex Direttore Amministrativo Gaetano Telesio.
Un altro giudice, la dottoressa Anita Polito, aveva anche in questo caso sancito l’inconsistenza delle misure adottate contro l’implacabile e virulenta malattia.
Le battaglie di Corona e della sua associazione, negli anni e sotto diverse amministrazioni, sono state tante.
E tutte importantissime.
Tutte in difesa di una cittadinanza che spesso – come del resto rivelano le più autorevoli classifiche e l’entità dei debiti che hanno condotto alla dichiarazione di dissesto – più che essere amministrata, viene abbindolata, incantata o nel migliore dei casi tenuta all’oscuro, disinformata, distratta mentre le si pratica un salasso dietro l’altro.
Con 100 milioni di euro in arrivo, una follia già confezionata per il palazzo ex INPS e un’altra in progetto per l’area che attualmente ospita il terminal dei bus extraurbani, il virus cinese non poteva cadere piú a fagiolo come arma di distrazione di massa per un politico alla frutta come il sindaco di Benevento
Ai beneventani, dunque, un caloroso augurio di contrarre, tutti, solamente il morbo per la città sostenibile e contro il malaffare, il Corona-virus locale.
Nella speranza che tutti, invece, riescano a stare lontani dal ben più pericoloso virus cinese.
Massimo Iazzetti