Un’amministrazione fallita prende ceffoni dai giudici per aver punito Corona e insiste nel far costruire un palazzo nell’area dell’attuale terminal bus
Dopo più di tre anni, Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, sarà reintegrato nel Settore Urbanistica. Lo ha dispostoil giudice del Lavoro di Benevento, Claudia Chiariotti. Era stato trasferito, verso la fine di novembre del 2016, al comando di Polizia Municipale, nell’ambito di una “rotazione anticorruzione”, “che in realtà”, scrive Altrabenevento nel comunicato in cui rende noti stralci delle determinazioni del predetto giudice, “era solo una scusa per allontanarlo dal Settore Urbanistica”. Insieme a lui, sempre con un proposito punitivo venne rimosso dallo Sportello Unico Edilizia il geometra Luigi Panella, un tecnico ligio al dovere, che, nei suoi provvedimenti, non guardava in faccia a nessuno, neanche al fratello di un consigliere mastelliano.
Il provvedimento a carico di Corona suscitò, allora, molto clamore. Infatti, “quando non era stato ancora indicato il sostituto al quale Corona avrebbe dovuto consegnare gli atti”, scrisse Altrabenevento, “contrariamente a quanto previsto dalle disposizioni dell’Anac”, il dirigente del Settore, Ing. Luigi Basile, chiamò “due vigili urbani”, la mattina del giorno in cui Corona prese servizio presso il comando di Polizia Municipale, per fare apporre i sigilli davanti alla porta della stanza occupata da Corona il giorno prima, e senza avvertire l’interessato, che in quella stanza aveva lasciato anche gli oggetti personali.
Eppure, la rotazione ha riguardato in via non provvisoria soltanto quei due dipendenti, mentre non sono stati soggetti a rotazione dipendenti che in quel settore vantavano una lunga anzianità di servizio, alcuni dei quali indagati dalla Magistratura per fatti connessi alle loro funzioni.
Infatti, il giudice del lavoro rileva che “gli unici trasferimenti presso un diverso settore erano quelli di Corona e di Panella, mentre per tutti gli altri si trattava di uno spostamento temporaneo e parziale presso l’ufficio tributi o comunque con rientro nel settore di appartenenza dopo pochi mesi”. La dott.ssa Chiariotti poi precisa: “La circostanza appare piuttosto bizzarra, tenuto conto che la Conferenza dei Dirigenti prevedeva ben 26 trasferimenti di cui effettivi – presso diverso settore e con riferimento all’anticorruzione – solo tre (Panella, Corona e Marinaro, quest’ultimo cat. B trasferito dal Settore Commercio al Settore Urbanistica). Peraltro deve evidenziarsi che, anche sotto il profilo delle competenze, il Corona veniva destinato presso l’ufficio di Polizia Municipale, allo svolgimento di compiti estremamente limitati ed elementari”. Questa delicata, quanto impopolare, incombenza della rotazione, che ebbe come vittime Corona e Panella, venne delegata alla allora vice sindaca Erminia Mazzoni, che 8 mesi dopo, come ricompensa, fu destituita da Mastella, perché non si sarebbe rivelata funzionale rispetto ai disegni politici pensati del sindaco, in previsione di un possibile scioglimento anticipato delle Camere, che fu poi evitato.
L’amministrazione Mastella, nel secondo e terzo anno di vita, ha mosso, nei riguardi di Corona, tre contestazioni di carattere disciplinare, di cui Mastella ha sempre escluso la paternità. Ha superato anche l’amministrazione D’Alessandro che ne mosse soltanto una, anche se finalizzata al licenziamento, quella secondo cui Corona, parafrasando un film di Totò in cui il noto comico vende la Fontana di Trevi, accusava l’allora assessore all’Urbanistica di aver ceduto terreni di proprietà dell’Iacp alla Castaldo Costruzioni, cui era stata affidata la realizzazione della spina commerciale, nell’area dove è nata poi la spina verde, voluta dall’amministrazione di centro sinistra e abbandonata al vandalismo dal sindaco Mastella.
Qualche settima fa, Corona era stato assolto, in seguito a querela sporta dal Rettore dell’Università, per aver denunciato vizi di legalità in ordine all’espletamento di un concorso bandito dall’Ateneo sannita, ma altri procedimenti, anche attivati da lui, sono in attesa di giudizio, un giudizio che, c’è da ritenere, non sarà diverso da quelli rispetto ai quali, in precedenza, Corona non è stato soccombente.
Mastella, impossibilitato in quanto sindaco dimissionario a muovere altre contestazioni nei confronti di Corona, deve soltanto incassare le denunce fatte da Altrabenevento rispetto all’iniziativa dell’amministrazione dimissionaria di affidare alla Lumode di Gricignano d’Aversa, che ha già realizzato il Green Park di Ceppaloni, la realizzazione di un palazzo di 5 piani (due destinati a parcheggio e gli altri 3 a negozi e servizi vari) nell’area dove c’è da oltre quarant’anni il terminal degli automezzi delle linee extraurbane.
Nel predisporre, in fretta e furia, dei progetti, per partecipare all’assegnazione di fondi per la riqualificazione delle periferie urbane entro la fine di agosto del 2016, l’amministrazione Mastella, appena insediata, individua, come area da riqualificare quella di Piazza Risorgimento, che, secondo il piano di Piccinato, non dovrebbe essere più un parcheggio.
I predetti progetti, classificatisi al 114° posto tra i 120 pervenuti da tutta Italia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ripescati come tutti gli altri dopo che il fondo di 500 milioni, capiente solo per 24 richieste, è stato integrato dal Ministero delle Infrastrutture del precedente governo di centro sinistra con un miliardo e cento milioni, sono in attesa di essere finanziati nella misura di 18 milioni, cui vanno aggiunti 8,5 milioni dei privati, una condizione, quella del concorso dei privati, perché i 17 progetti, alcuni dei quali fanno riferimento ai giardini Naxos di Taormina, ha sottolineato Sandra Sandrucci nella conferenza stampa tenuta da Altrabenevento il 7 febbraio scorso, potessero essere presentati.
La Lumode, nel realizzare quel palazzo del costo di 9,5 milioni, metterebbe a disposizione la somma di 2,5 milioni, un investimento per ammortizzate il quale l’impresa di Gricignano d’Aversa ha chiesto la gestione dell’immobile per 30 anni. Altri 6 milioni dovrebbero essere investiti dalla Geses, una srl con un capitale sociale pignorato, scrive Altrabenevento, di 40.000 euro, per realizzare una piscina coperta nei pressi dello stadio, e un ostello della gioventù, nel palazzo delle ex Orsoline in via Gaetano Rummo. Ma i soldi, promessi dal questa piccola società per dare validità alla presentazione dei progetti, ha fatto notare Corona in conferenza, non ci sono, per cui la richiesta del Comune di Benevento, finalizzata ad attingere finanziamenti dal fondo destinato alla qualificazione delle periferie, potrebbe essere illegittima. Non a caso, Altrabenevento ha informato della vicenda la Procura della Repubblica e la Presidenza del Consiglio, con l’invio di un dossier da essa predisposto.
Ma l’area interessata dalla costruzione di quel palazzo, ritenuta non edificabile da Piccinato, è attraversata, nel sottosuolo, della galleria percorsa dalla linea ferroviaria Benevento-Avellino. Ed il sottosuolo non dovrebbe essere molto profondo, se si tiene conto che quando è stato costruito, negli anni 60, di fronte al Monumento ai Caduti, il palazzo Cucinelli, su di una superfice situata sul livello del mare circa 20 metri al di sopra di quella del Terminal, l’allora dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, Ing. Gennaro De Rienzo, avrebbe raccomandato alla ditta costruttrice di fare attenzione alla galleria sottostante.
Allora, meglio che il Terminal resti lì dov’è, un luogo che dista appena 300 metri dall’esterno del perimetro urbano, pur trovandosi in prossimità del centro cittadino, una circostanza, questa, che consente ad almeno 2.500, delle 3.500 persone che tra le 7,30 e le 8,30 di ogni mattina arrivano a Benevento, di recarsi a scuola e nei posti di lavoro, a piedi, in breve tempo.
Diversamente, il trasferimento del Terminal in prossimità della stazione ferroviaria, ancora da ammodernare e dotare di parcheggio in funzione della realizzazione dell’alta capacità ferroviaria NA-BA, comporterebbe l’uso degli autobus urbani, per far sì che quelle migliaia di persone, tra studenti e lavoratori, raggiungano il centro e la parte alta della città.
Il ragioniere Antonio Reale, assessore all’Urbanistica in quota a Forza Italia di una amministrazione fallita, si è assunto l’onere di sostituirsi al sindaco, con concetti a nostro avviso propri del sindaco, nel dire che gli automezzi, non meno di 50, delle autolinee extraurbane dovranno scaricare quelle 2.500 persone in piazza Risorgimento (la piazza che dovrebbe assumere la funzione di piazza e dismettere quella di parcheggio) per poi raggiungere il nuovo Terminal. Evidentemente, l’assessore Reale non si rende conto dell’inquinamento che determinerebbe quel via vai di 50 automezzi nel giro di un’ora. Un inquinamento che attualmente nell’area del Terminal è contenuto, poiché l’unico palazzo, situato a ridosso di quell’area, è delimitato da alberi di alto fusto, che assorbono rumori e inquinamento. D’altra parte, anche nelle adiacenze dell’area individuata per trasferirvi il Terminal vi sono delle abitazioni, cosi come vi sono abitazioni nelle immediate vicinanze di un altro terminal, capiente per 12 automezzi, realizzato vicino allo stadio, con fondi europei, dalla precedente amministrazione.
Ma, dagli anni 80, quando un sindaco molto vicino a Mastella, perché appartenente alla stessa corrente di base della ex Dc, guidata da De Mita, individuò la stessa area adiacente alla stazione ferroviaria quale sede di stazionamento degli autobus extraurbani, il trasferimento del Terminal, perseguito da tutte le amministrazioni che si sono succedute, comprese quelle guidate da Fausto Pepe, non è mai avvenuto, sia perché è irrealizzabile, sia perché si sono opposti i titolari delle autolinee. Nella vicina Avellino, un molto importante Terminal bus si trova nel centro cittadino.
Giuseppe Di Gioia