Classifica di ItaliaOggi: a Palazzo Mosti qualcuno gongola, altri rimuginano e, forse, imprecano
La classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni sulla “qualità della vita”, merita una qualche considerazione in più.
La città sui social viene spesso definita invivibile, sporca… atavica.
Per la pulizia ci sarebbe molto da dire poiché la colpa è comunque a metà strada tra cittadini ed Asia, sulle altre considerazioni sembra di tutt’altro parere proprio quella classifica.
Classifica che premia città e provincia in modo inequivocabile ponendole tra le prime del Mezzogiorno, ma prime in Campania.
Un balzo dal 91′ al 75′ posto che non è cosa da poco. Evidenzia che qualcosa è cambiato in questi ultimi tempi e che politica ed amministrazioni di città e provincia non sono rimaste ferme a guardare magari la pioggia o a lamentarsi del troppo caldo.
Una considerazione però va fatta e riguarda la città capoluogo, ed è relativa alla depurazione: se in circa 40 anni non si è stati in grado di risolvere questo problema ora sembra, nonostante troppi NO ed indecisioni, si vada verso la soluzione.
Soluzione che porterebbe quella classifica tra qualche anno tra le prime 50 (ad essere tirchi) città d’Italia.
Qualcosa luccica in città e nel Sannio, forse le scelte di una politica che non sempre sembra parlare il linguaggio del cittadino, ma che forse opera, in parte, verso un nuovo volto.
Ma se a Palazzo Mosti qualcuno gongola, sicuramente nelle stesse stanze si mormora, si rimugina e, forse, talvolta si impreca.
Molti gli animi esagitati, soprattutto tra i 32 consiglieri comunali. Si dirà che sin dalle prime battute questa consiliatura si presentava “calda” (facile ricordare la posizione della consigliera Pedà), col passare degli anni molteplici i mal di pancia. Ora ad un anno e mezzo dal termine della stessa i rumors si sono moltiplicati e poi, qualcuno, anche chetatosi.
Non è solo il caso del PC (brutto l’acronimo) che nello scorso week end sembra essere rientrato nelle grazie del pater familias, (o forse si trattava solo di un fuoco di… Paglia?). Sicuramente il movimentato andamento mira ad un diritto di tribuna con la speranza di ottenere quanto desiderato.
Visto l’andazzo e la partecipazione di una buona parte sarebbe il caso che questi si ripassassero i versi leopardiani del Sabato del Villaggio:
“Questo di sette (cinque) è il più gradito giorno (anno),
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.”
geppino presta
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