“La vedova allegra” fa sempre gioire, dopo più di un secolo dalla sua prima rappresentazione
Si è conclusa con la rappresentazione de “La vedova allegra” di Franz Lehar la rassegna del Teatro Lirico di Benevento, organizzata dal Mibact e dalla Regione Campania. L’ operetta, che si inserisce nel periodo de “La Belle Époque”, articolata in tre atti, su libretto di Victor Leon e Leon Stein, entrambi ebrei.
La trama è arcinota, cosi come la musica, che e’ di una bellezza indimenticabile.
La vicenda si snoda a Parigi, e precisamente presso l’ambasciata di Pontevedrino, dove il funzionario diplomatico, Barone Mirko Zeta, interpretato da Riccardo Sarti, alto funzionario di Sua Maestà Attanasio X, lo ha incaricato di far sposare la ricca vedova, Hanna Glavari (Clementina Regina), con il Conte, Danilo Daniliwich, (Massimiliano Costantino), sua antica fiamma.
Hanna é rimasta vedova del ricchissimo banchiere di corte del piccolo Stato di Pontevedro, ed il sovrano del regno incarica il suo ambasciatore a Parigi, precisamente dove si trova la vedova, di farle sposare un conterraneo, il Conte Danilo, primo amore della vedova Hanna, ma che Ella, essendo povera, non poté sposare perché non del suo stesso rango.
Ora, il destino sembra capovolgersi, ed ė il bene dello Stato che richiede il matrimonio a sua volta ostacolato. Solo in questo modo, infatti, il denaro rimarrà nelle casse dello Stato. Hanna però, a sua volta, è passata: “da ochetta di campagna ad uccello del paradiso”.
Dopo una serie di parapiglie e situazioni grottesche, tutto si risolverà per il meglio. Hanna sposerà il suo primo amore Danilo, realizzando così l’utile e il dilettevole. I suoi denari non usciranno fuori dallo stato di Pontevedro e realizzerà il suo iniziale sogno d’amore.
Poiché, come spesso afferma il regista Giambattista Assanti, il teatro deve far sorridere e portare gioia, “La vedova allegra realizza perfettamente questo proposito: ha riscosso un grande favore di pubblico già nel suo debutto a Vienna, nel 1905, raggiunse quattrocento rappresentazioni, mentre due anni dopo a Milano, le rappresentazioni arrivarono a ben cinquecento, ed ancora oggi è uno degli spettacoli piů rappresentati al mondo.
Anche in questa edizione, l’operetta è stato realizzata dalla Compagnia Italiana di Operette, prodotta da “Nania Spettacolo”, di Maria Teresa Nania, che è stata coadiuvata dal Corpo di Ballo Ensemble Nania Spettacolo, composto da sei bravissime ballerine che hanno indossato gli splendidi abiti rossi di Eugenio Girardi, preparati dalla sartoria Sorelle Ferroni, sotto la responsabilità di Angela Toso.
Il corpo di ballo ha eseguito le coreografie di Monica Emmi con la direzione musicale di Maurizio Bogliolo.
Il Teatro Romano è stato il palcoscenico d’eccezione sul quale le scene di Filippo Sivelli, sono state illuminate dalle luci di Eros Ricci. Il tutto con la regia di Flavio Trevisan, la direzione artistica di Vittorio Sgarbi, che ha concordato con il direttore del Polo Museale di Benevento, Ferdinando Creta, il programma realizzato.
A tutti va il nostro ringraziamento, per l’ impegno profuso.
Peccato che la Rassegna si sia conclusa, ma il Teatro Romano rimane nostro appannaggio è sicuramente ci saranno ancora in futuro nuovi spettacoli, che faranno rivivere quel luogo per darci ancora tante nuove emozioni.
Maria Varricchio
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