Perfino nel diciottesimo secolo esistevano le “fake news”
Cari amici, la nostra città è stata speso tormentata da tristi calamità.
Spesso, infatti, accadeva che si sviluppassero epidemie dovute soprattutto al passaggio di soldatesche straniere. Molte volte, specialmente nel diciottesimo secolo, la peste venne a decimare gli abitanti di Benevento.
Questa volta, nel solito diario dei miei antenati, ho trovato però un appunto che vi riporto perché merita qualche attenta considerazione.
Era il febbraio del 1761 ed era giunta voce che nel Regno di Napoli si fosse diffusa una mortale epidemia. Gli abitanti di Benevento decisero allora di impedire l’accesso alla città chiudendone le porte.
Per molti giorni fu quindi impossibile ai contadini recarsi a commerciare nella città. Chi tentò di oltrepassare il cordone sanitario fu immediatamente passato per le armi. Più volte l’esasperazione si colorò di rivolta.
Anche per i cittadini le cose non andavano bene; un po’ alla volta Benevento era rimasta senza scorte alimentari.
Si venne poi a sapere che le voci sull’epidemia erano del tutto infondate. Intanto il terrore aveva fatto più danni della peste.
L’unico che gioiosamente approfittò di quella situazione fu proprio il mio avo che per tutto il tempo della falsa epidemia poté gironzolare tranquillo. Si era, infatti, anche diffusa la voce che la carne di cinghiale fosse sicuro veicolo della peste. Insomma, cari amici, le “fake news” non sono affatto una prerogativa dei tempi moderni.
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