250 anni fa nasce Mozart, il bambino prodigio. Celebrato l’anniversario

Così come ha precisato l’Arcivescovo Felice Accrocca, Amedeus significa: “Ama Dio” ed è proprio la sua musica, quella  che abbiamo ascoltato lo  scorso primo giugno,nella cattedrale di San Bartolomeo a Benevento, ad invogliarci in quella che dovrebbe essere la missione della nostra vita: “Amare Dio”. Parliamo dunque di Wolfgang Amadeus Mozart di cui si ricorda, quest’anno, il 250° anniversario della nascita.
Anche la città di Benevento ha voluto così rendere omaggio a quello che fu definito: l’enfant prodige.
Abbiamo ascoltato due importanti opere del grandioso musicista: “Vesperae Solemnes de Confessore Kv 339”, composto a Salisburgo nel 1780, per soli coro, orchestra, composto da un fagotto, tre tromboni, due trombe, timpani, archi ed organo, così articolato:
Dixit Dominus, solisti e coro, Allegro vivace (do maggiore);
Confitebor tibi Domine – solisti e coro – Allegro (mi bemolle maggiore);
Beatus vir – solisti e coro – Allegro vivace (sol maggiore);
Laudate pueri Dominum – coro – (re minore);Laudate Dominum – solisti e coro – Andante ma un poco sostenuto (fa maggiore);
Magnificat – solisti e coro – Adagio (do maggiore). Allegro, che è stato bissato – archi.

A seguire l’“Ave verum corpus KV 618”, sulla quale così si esprime la critica: “essa rappresenta la musica dell’ultimo Mozart, che sembra allontanarsi dalle forme codificate del classicismo, quali la sinfonia, la sonata ed il quartetto, per scrivere brani d’occasione, apparentemente minori, forse anomali, dal punto di vista timbrico e formale”.
Infine, l’“Alma Dei Creatoris Mater Kv 277”, un offertorio in fa maggiore, per soli, coro, orchestra e organo, scritto a Salisburgo. Un ‘ora di musica che ha innalzato gli animi al cielo, commosso, realizzando una profonda operazione di catarsi.
L’iniziativa è stata sostenuta dalla Diocesi di Benevento e curata dall’Orchestra Filarmonica di Benevento, che con la M° Daniela Polito ha realizzato una vera e propria opera d’arte. La Maestra ha diretto due cori: ”Mater Misericordiae”, che riunisce alcuni elementi dei vari cori parrocchiali ed amatoriali, insieme al coro Polifonico Farentum, che si sono fusi insieme con la musica ed i solisti: Ninfa De Masi, soprano; Gilda Pennucci Molinaro, contralto; Guglielmo de Maria, tenore; Roberto Gaudino, basso. 
Di questo gigante della musica, si conoscono bene i trascorsi religiosi, massonici e l’amore per la libera professione di cui egli fu antesignano, come d’altronde era già capitato a suo padre, maestro musicista che dedicò tutta la sua vita al piccolo bambino prodigio, che già a tre anni suonicchiava il clavicembalo, a quattro suonava e a cinque componeva. Altra innata dote naturale era la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni, quello che viene definito ”l’orecchio assoluto”.
Le alterne vicende economiche della sua vita portarono, in un primo momento a credere che egli fosse morto, a soli 35 anni, in miseria, ma non fu così perché riuscì a vivere in maniera sempre dignitosa, tranne in alcuni periodi. Pensiamo al periodo immediatamente dopi il 1786, in cui iniziò l’allestimento de “Le nozze di Figaro”, che, per la sua sotterranea critica sociale, fu accolta con distacco dalla aristocrazia e alta borghesia del tempo, che in quell’opera si videro passati ai raggi x, con tutte le loro virtù e difetti. Infatti, il librettista Lorenzo Da Ponte attenuò la polemica sociale che era contenuta nel testo di Beaumarchais, contro la classe nobiliare e a favore del ceto borghese emergente.  Con “Le nozze di Figaro”, si compì l’evoluzione dell’opera comica che divenne la più importante forma di teatro musicale. 
Lorenzo Da Ponte fu anche il librettista di un altro grande lavoro dell’artista, il ”Don Giovanni”, ovvero la storia di un impenitente, che rimane tale anche davanti alla certezza della sicura dannazione eterna. In esso, ritroviamo, insieme, la comicità e la  tragedia, Ma anche  la musica che si adegua all’azione drammatica, creando così i presupposti per la nascita del teatro musicale del Romanticismo.
Altra opera di Mozart, scritta sempre da Lorenzo Da Ponte fu “Così fan tutte ossia la scuola degli amanti”, che racchiude nella sua vicenda sia l’amara ironia e lo scetticismo verso il cuore umano, tipica di  Voltaire, e sia la rivendicazione del sentimento erotico, vissuto senza alcuna convenzione sociale, così come voleva Rousseau.
Tre le altre opere maggiori, ricordiamo inoltre “Il flauto magico”, e “Singspiel”, un artista, Mozart,  che ha lasciato un grande patrimonio culturale, di cui però, non si conosce neanche il luogo preciso della sepoltura, perché per sua espressa volontà, il suo corpo fu inserito in una fossa comune. A Vienna vi sono due monumenti funerari del compositore in due diversi cimiteri: quello di St. Marx e quello centrale, Zentralfriedhof, e, sembra quasi, che ognuno voglia contendersene la custodia delle spoglie.
Un genio eclettico che si è interessato alla musica sinfonica, da camera, con una  versatilità tale da essere definito: “il compositore più universale nella storia della musica occidentale”. Fin da piccolo, accompagnato dal padre, Leopold, girò tutte le corti europee: in Italia venne ben tre volte, fu a corte nelle città di Milano, Bologna, Firenze, Napoli , Roma. Qui, nel 1770, gli fu conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine dello Speron d’oro. 
Ringraziamo tutti i partecipanti e gli organizzatori di questa manifestazione, che ha dato l’avvio, il primo giugno, ad un mese ricco di avvenimenti musicali e culturali, e che vedrà di nuovo protagonista l’Orchestra Filarmonica di Benevento in un’altra grande opera: ”La Traviata”, di Giuseppe Verdi, che, realizzata in collaborazione con l’Accademia Germogli d’arte del M.° Salvatore Cordella e con la regia di Maya Martini,  sarà rappresentata presso l’Hortus Conclusus di Benevento i prossimi 28 e 30 giugno alle ore 20,30, 
Un’altra bella occasione per ascoltare buona musica, eseguita dai nostri ragazzi dell’Orchestra Filarmonica di Benevento.
Maria Varricchio

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