La politica dell’effimero…

Il risultato elettorale delle europee ci consegna, se ce ne fosse stato bisogno, una politica vacua, vagante e soprattutto priva di contenuti, piena di effimero.
Sì, in campagna elettorale un partito (la Lega) ed un’associazione (il M5S) hanno continuato ad enunciare soluzioni ai problemi. Soluzioni che ammaliano il popolo, soluzioni spesso non percorribili sia economicamente che strutturalmente.
L’esempio del flop sul reddito di cittadinanza è sotto gli occhi di tutti. Pochi quelli raggiunti da una card al top, molti che hanno desistito (i lavoratori in nero). In verità qualcosa di buono, al di là dell’elargizione, invisa a Keines, avrebbe potuto mettere in vetrina quanti che con dichiarazioni da fame non avrebbero partecipato alla questua: artigiani, professionisti, abusivi di ogni genere, il cui nero è, pare, più del doppio del pil tanto decantato.
Ecco una politica senza ideali, che continua ad apparire: bello il trio del M5S in tenuta invernale, sci, giacconi scarponi, cappellini in, fotografato credo ai piedi delle Dolomiti in vacanza natalizia.
Cadute le utopie, l’ultima sicuramente quella rossa, ora il cittadino elettore insegue chi propone soluzioni ai tanti problemi sociali, economici, ma soprattutto di vita quotidiana.
Li insegue dando concretezza al voto, affidando a quella scheda le speranze di un domani migliore.
Non ci sono, ora come ora, cose da dire di sinistra o di destra, non ci sono ideali, ma forse neanche idee, in un mondo che quotidianamente solleva problemi per la sua voracità, ma soprattutto per la sua capacità di mutare all’istante, nell’era della globalizzazione.
Il flop dei 5S era nell’aria, soprattutto tra quelle fila dei credenti dell’ultima ora, non già degli ortodossi. Molte le amarezze, molti i conflitti per riuscire ad ottenere poco o nulla. Sulla carta persino i cambiamenti epocali promessi, dalla riduzione del numero dei parlamentari (un iter costituzionale da completare in sede di seconda lettura), dei vitalizi e della riduzione degli stipendi. Mentre contemporaneamente un pidiellino proponeva (avido) un aumento delle prebende parlamentari.
La sconfitta è figlia di una realtà che in quest’anno non ha assistito alla rivoluzione promessa al cittadino debole, ma anzi proprio il debole ha visto aumentare il numero dei partecipanti per l’aumento improbo della tassazione (accise in primo luogo) e della riduzione delle pensioni superiori ai 1500 euro.
La politica dell’effimero è servita. L’associazione M5S ha visto una preannunciata sconfitta diventata catastrofe (sotto il 20% è tale).
Ora la palla è in mano a Salvini che già parla di flax tass, di Tav, autonomia. Lui è un politico navigato, avendo alle spalle comunque una esperienza in un partito anche di Governo, e sa che lo attende un lavoro improbo, che potrebbe portare alla caduta dell’alleanza.
Anche questo promesse hanno quindi una premessa… la effimera speranza riposta in quelle soluzioni annunciate, altrimenti il destino è segnato: un anno e poi via.
Sarebbe il terzo. Sì, il primo fu Renzi che con la sua arroganza e presunzione buttò all’aria un partito. Partito che abbandonandolo su referendum ha visto il suo suicidio.
Ecco se Renzi quel referendum l’avesse vinto saremmo qui a parlare di tutt’altro. 
geppino presta

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